Musica e filosofia era moderna

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Teatro Ristori

Via Teatro Ristori, 7, 37122 Verona VR, Italia

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MUSICA E FILOSOFIA NELL’ERA MODERNA Conferenza-concerto che, combinando parola e suono, intende illustrare l’intimo rapporto che ha unito musica e filosofia nella cultura moderna. Augusto Mazzoni relatore Ruggero Ruocco pianoforte Marco Perini violoncello Johann Friedrich Herbart Sonata op.1 (1. Allegro) Friedrich Nietsche Pezzi pianistici – Lieder (trascritti per vc e pf) Eduard Hanslick Lieder (trascritti per vc e pf) Theodor L. W. Adorno Pezzi pianistici Emanuele Severino I pensieri delle Parche Augusto Mazzoni, diplomato in Clarinetto e in Composizione (indirizzo sperimentale di musicologia), è laureato in Filosofia e in Lettere. Da tempo si dedica allo studio dei rapporti tra musica e filosofia. In merito ha pubblicato diversi saggi in italiano, inglese e francese, tra cui quattro volumi monografici: “La musica nell’estetica fenomenologica” (Mimesis, Milano 2004), “La musica nell’ermeneutica contemporanea” (Mimesis, Milano 2005), “Il dono delle Muse. Heidegger e la musica” (Il melangolo, Genova 2009), “Il gioco delle forme sonore. Studi su Kant, Hanslick, Nietzsche e Stravinskij” (Mimesis, Milano 2010). Dal 2004 è direttore di “BresciaMusica”. Ruggero Ruocco proviene dalle scuole pianistiche di Paolo Bordoni e Alberto Mozzati e ha completato la sua formazione musicale studiando composizione con Soresina e Manzoni. Dopo diverse affermazioni in concorsi nazionali e internazionali, ha iniziato la fre­quentazione di importanti istituzioni con­certistiche in Italia, Europa, Nord e Centro-America, collaborando inoltre con numerose orchestre. Si è tra l’altro dedicato all’approfondimento della musica di autori italiani quali Sgambati, Martucci, Petrassi, Dallapiccola e Margola e ha inciso diversi CD che hanno ottenuto vivi consensi della stampa nazionale ed estera. Spiccato anche l’interesse per la musica contemporanea, nel cui ambito ha eseguito in prima assoluta diverse composizioni, fra cui la Terza Sonata di Giancarlo Facchinetti, a lui dedicata. Pratica un’attività cameristica nutrita e versatile, spaziando dal duo (in svariate combinazioni) al quintetto per pianoforte e archi. È autore, in collaborazione con Emilio Ghezzi, di un Metodo per pia­noforte edito dalla Carisch di Milano. Dal 1975 al 2018 è stato docente di pianoforte al Conservatorio di Brescia, in cui negli ultimi sei anni ha ricoperto l’incarico di direzione. Marco Perini, musicista d’eccezione, si è avvicinato al violoncello all’età di sette anni, dimostrando da subito una natura di rara sensibilità e versatilità, doti che lo hanno portato a distinguersi sin dall’infanzia nel mondo musicale italiano. Diplomato a Brescia, formatosi in seguito ai corsi dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma con Giuseppe Selmi è stato tra i fondatori dell’orchestra “Arturo Toscanini” di Parma di cui è stato primo violoncello solista, ruolo ricoperto anche nei complessi: Accademia “I Filarmonici”, i “Virtuosi Italiani”, i “Cameristi Lombardi”, “Ensamble Garbarino” e “Sestetto Italiano”, “I Solisti di Cremona”, ensamble di rinomanza internazionale, ottenendo consensi di pubblico e di critica in tutto il mondo. Ha registrato per radio e televisioni italiane ed estere, effettuando inoltre incisioni discografiche per la casa parigina Verany, per la Mediterraneo e la Discantica.E’ stato membro per quindici anni del Nuovo Klaviertrio, complesso con il quale ha tenuto centinaia di concerti in prestigiose sale di tutto il mondo (Salisburgo, Pietroburgo, Mosca, New York, Lipsia, Berlino, Parigi, Londra, Varsavia, Praga…). Successivamente allo scioglimento del gruppo, è seguito il suo impegno con il Trio Faurè con il quale svolge tuttora un’importante attività concertistica. È stato titolare della cattedra di violoncello presso l’Istituto Musicale Pareggiato “A. Peri” di Reggio Emilia e presso la Civica Scuola di Musica di Cremona. Tiene corsi di perfezionamento presso l’Accademia “Tadini” di Lovere. È molto ricercato come insegnante per la sua capacità di relazionarsi con l’allievo trasmettendogli quella forza vitale che è amore e dedizione verso la musica, sia per ciò che concerne la parte tecnica che per quanto riguarda l’estetica e la capacità di trasmettere emozioni. Suona un violoncello Davide Teckler del XVIII sec.
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