𝐸𝑐𝑐𝑜𝑙𝑎, 𝑙𝑎 𝑟𝑜𝑧𝑧𝑎 𝐺𝑟𝑎𝑛 𝐵𝑟𝑒𝑡𝑎𝑔𝑛𝑎 𝑖𝑛 𝑚𝑖𝑛𝑖𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎 (NME) Di due cose siamo (stati) sicuri tutti, in quegli anni Novanta: come fosse un adorabile cazzone ("mi sono fatto quattro Spice Girls su cinque, ma non vi dirò chi”) e che nel post Take That l’unico vero predestinato fosse Gary Barlow. Invece sappiamo come è andata. E, ci fosse un mondo parallelo e giusto, Robbie sarebbe il terzo Gallagher, quello intelligente; quello che prova a spiegare l’indie da Lidl alla pubertà delle periferie; quello che perdoni comunque, anche quando dal palco arringa la folla con "beh e adesso ditemi, chi vende più dischi? Io o Gary Barlow?" Non è da tutti essere ammessi al desco degli dei, ma ci vuole fegato, una volta seduti, per poggiare i piedi sul tavolo e cenare con i propri fantasmi. Robbie Williams - per inciso: l’artista solista di maggior successo di tutti i tempi in Gran Bretagna - ha avuto l'inverosimile: da Nicole Appleton a due milioni e mezzo di biglietti venduti per un solo tour; da una sedia personale con la scritta ‘The Ego’ a un jet privato con le sue iniziali. Star planetaria a 16 anni, in rehab a 19 e un odio feroce della critica da allora e per sempre. Robbie Williams ha avuto tutto, sì. Eccetto fanciullezza e serenità, quelle se le sono portate via le insicurezze, l’inadeguatezza e la ripugnanza (sua, ma anche dell’Inghilterra tutta) verso l’artista, mai preso realmente sul serio. Mettiamoci una pezza allora, visto che oggi l’uomo sarebbe perfetto per interpretare James Bond nel nuovo 007. O - in alternativa - il cattivo di turno. Perché nemmeno lui conosce la sua vera natura. “Better Man”, il biopic in uscita nei primi giorni del 2025, è l’occasione salottiera per scandagliare una carriera ottovolante tra dischi milionari, collaborazioni eccellenti, Cool Britannia e qualche sorpresa. “𝑆𝑎𝑛𝑟𝑒𝑚𝑜 𝑛𝑒𝑙 1994? 𝑀𝑎 𝑐ℎ𝑖 𝑠𝑒 𝑙𝑜 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑟𝑑𝑎, 𝑒𝑟𝑜 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜!" Una discussione aperta con: 👉ꜱᴀᴍᴀɴᴛᴀ ʙᴀʟᴅᴀɴ 👉ᴍɪᴄʜᴇʟᴇ ʙᴇɴᴇᴛᴇʟʟᴏ 👉ᴍᴀʀɪᴏ ɴᴀʀᴅᴏ 🍷𝐋𝐨𝐯𝐚𝐭 𝐂𝐚𝐟è 𝐚𝐩𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐚𝐭𝐚!